lunedì 17 ottobre 2011

Sul 15 ottobre (pubblicato sulla lista Sommosse)

Non sono per principio contro la violenza; sono sempre stata convinta che la violenza può essere dannosa, inutile o indispensabile, secondo le circostanze. In genere, nella grande maggioranza dei casi, sono per manifestazioni il più possibile di massa, che perseguano un obiettivo e non si riducano a esercitazioni muscolari tra manifestanti e polizia. So per esperienza che di solito la violenza allontana chi desidera manifestare le proprie ragioni e non di più. Di solito, ma non sempre perché ci sono stati momenti della storia in cui la violenza ha espresso lo stato d'animo e i desideri di un'intera popolazione, che ha partecipato o condiviso.
Mi è perfettamente chiaro che la violenza della BCE e del Fondo monetario sono ben peggiori del lancio di sassi e del fuoco ai blindati. Basterebbe contare, restando comunque ai margine dei veri problemi, il numero dei suicidi prodotti dalla perdita della casa o del lavoro e spesso di entrambi, grazie ai titoli tossici e alle speculazioni sui debiti pubblici.
Non condanno nessuno/a se non la dittatura della finanza, i guasti del capitalismo, lo schifo e la corruzione dei ceti politici.

Detto questo preciso che aver pianificato e messo in pratica il boicottaggio della manifestazione non è cosa che dimostri una particolare intelligenza politica. Che l'appello per la manifestazione fosse generico, non c'è dubbio. Io mi colloco politicamente nello spezzone che ha proposto di non pagare il debito e di nazionalizzare le banche, ma so che le manifestazioni non le fanno gli appelli. Gran parte dei/delle manifestanti esprimeva bisogni reali e alti livelli di radicalità e comunque la coscienza cresce con l'esperienza delle lotte e delle manifestazioni e il boicottaggio ne produce il blocco.
La rivoluzione del 1917 è cominciata con una processione diretta da un prete che si recava a chiedere aiuto allo zar, poi qualcosa è cambiato nella testa della gente.
Inoltre ritengo assolutamente antidemocratico non lasciare che centinaia di migliaia di persone manifestino come desiderano.
Si potevano per esempio adottare forme di lotta più violente dopo e non prima della manifestazione. E comunque non occupare il territorio dei/delle manifestanti.

Bisogna infine considerare con un certo allarme alcune delle parole d'ordine che circolavano tra i giovani che hanno dato vita al corpo a corpo con la polizia. Si è sentito troppo spesso rivendicare il "signoraggio", tema portato avanti dalla destra estrema universitaria, che rivendica
l'autodeterminazione nazionale, attribuisce la crisi italiana all'intrusione di elementi stranieri, in genere (ovviamente) ebrei.
Attenzione, perché quando si usano troppo i muscoli e poco il cervello si corrono gravi rischi.

lunedì 15 giugno 2009

Biografia di Lidia Cirillo

Impegnata soprattutto nella politica attiva, è stata esponente dell'area di Sinistra Critica nel Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista, da cui è poi uscita dopo l'espulsione dal partito del rappresentante di quell'area al Senato, Franco Turigliatto. Dalla fine degli anni ottanta è responsabile del seminario permanente dei Quaderni Viola e ha collaborato con "Liberazione", "Inprecor", "Erre", "Actitud", "Viento sur", "Il paese delle donne", "Towanda!" e altre riviste. Ha scritto Lettera alle romane (2000 ), Mejor huérfanas (2002), La luna severa maestra (2003), Da Vladimir Ilich a Vladimir Luxuria (2006).Ha collaborato a raccolte di saggi di autori vari. E' stata relatrice in assemblee del Social Forum Europeo sui temi del femminismo

I libri di Lidia Cirillo